
Gianfranco Iervolino – pizzaiolo
Usa tecniche gourmet per uscire dagli schemi tradizionali di farine forti, lievitazioni di 48 ore e farciture con ingredienti di qualità.
Dell’Alto Apprendistato dice: «Ho scelto di aderire per un semplice motivo: i giovani. Si parla sempre degli ingredienti, della farina, della mozzarella ma non si parla mai dei giovani. Noi professionisti abbiamo il compito e il dovere di mettere il nostro bagaglio di esperienza a disposizione del prossimo, trasmettendo senza remore e senza trucchi il mestiere».
Che cosa non può mancare in un pizzaiolo? «Amare il proprio mestiere è alla base di tutto: se non è così, consiglio di girare pagina. Grande responsabilità, perché cucinare o fare una pizza significa avere rispetto per i clienti e per chi ti affianca. Professionalità, che vuol dire igiene personale, puntualità sul posto di lavoro, cortesia con i clienti, capacità di fare équipe».
Del suo mestiere dice: «Oggi il cibo è un bisogno primario: si può rimandare l’acquisto di una bella camicia, un pantalone, un orologio ma non di “sua maestà pizza”! E soprattutto quando è preparata con amore, responsabilità e professionalità. E poi questo mestiere consente di lavorare in tutto il mondo».
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