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In viaggio con Slow Wine: visite in cantina per la guida dei vini di Slow Food

Ore 9.25 del mattino stazione di Bra. Davide Panzieri, soprannominato Panzer, ci aspetta armato di uno zainetto capiente e della sua fedele compagna di avventure: la guida Slow Wine. Davide ben conosce quello che lo aspetta e per questo ai piedi porta scarpe da ginnastica già collaudate da anni di visite in vigna.

Ore 9.30 si parte in direzione della prima cantina in programma per la giornata dove i relativi viticoltori ci aspettano con un po’ di timore misto a eccitazione, per presentarci le loro ultime creazioni. Non è la prima volta che incontrano Davide, ma immagino che ogni anno, quando arriva il momento della verità, è come se lo fosse. Aspettano trepidanti lui e la sua squadra di studenti futuri gastronomi e temono il suo esperto parere.

Ma chi è questo personaggio tanto atteso?

Davide Panzieri è un giornalista della redazione di Slow Wine, la guida di Slow Food dedicata al mondo del vino nata cinque anni fa, che ha riscosso grande successo poiché ogni suo incaricato visita personalmente le cantine e le vigne che recensisce.

Forse può sembrare una banalità: come si può parlare di una cantina e del suo vino, senza aver visto il terreno dal quale se ne raccoglie l’uva? Ma come mi spiega Davide in macchina mentre cerchiamo di rompere il ghiaccio, questa pratica è assai diffusa.

Slow Wine è fedele ai principi di sincerità e professionalità e ogni anno, con i suoi cinque inviati, riporta per gli appassionati che le sono fedeli le recensioni delle migliori aziende vitivinicole di tutta Italia.

Grazie a questa modalità d’azione, da alcune edizioni, gli studenti dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, hanno la possibilità di partecipare alle visite in cantina che la redazione della guida organizza principalmente tra Langhe e Roero durante i mesi di Aprile, Maggio e Giugno. La priorità è data agli studenti del master del Vino ma se avanza posto, anche gli altri corsi possono partecipare. Puntualità, serietà e curiosità sono le tre parole chiave per affrontare questa avventura

Necessario è anche essere macchina-muniti.

Davide infatti vive a Torino e per spostarsi si muove in treno per due differenti motivi. Prima di tutto ad attrarlo è la possibilità di viaggiare comodo e avere la possibilità di sfogliare attentamente la sua guida che porta sempre con sé quasi fosse la sua musa ispiratrice. Gli piace rispolverare le vecchie recensioni delle aziende che sta andando a visitare così da poter arrivare preparato al lavoro. Il secondo motivo risiede nella grave ipovisione che lo affligge. Davide Panzieri infatti da anni convive con un grave disturbo della vista che, tra le varie limitazioni, non gli permette di guidare l’auto. Per questo, per svolgere il suo lavoro, ha bisogno del supporto, ma anche della compagnia, degli studenti di Pollenzo.

Nonostante questa limitazione, il Panzer non si è mai lasciato sopraffare dalle difficoltà della malattia, ma ha semplicemente cercato di unire l’utile al dilettevole facendosi accompagnare nelle sue spedizioni da chi di vista ne ha da vendere. Ammirevole direi.

Carente di vista, ma non certo di esperienza o di consapevolezza. Ciò che più colpisce è infatti l’incredibile livello di conoscenza che Davide ha dei vini. Di tutti i vini. Una padronanza che deriva da un’esperienza ormai consolidata, ma anche da un’inestinguibile passione che da anni lo pervade e lo accompagna nel suo lavoro. Passione che gli permette di svolgere il suo ruolo di recensore in maniera eccellente e accorta.

È un lavoro duro quello di Davide. Piacevole e stimolante certo, ma concretamente impegnativo e sfiancante. Nei mesi che interessano l’attività di recensione visita quasi giornalmente le aziende vitivinicole locali, che come ben sappiamo e siam felici che sia, sono molto numerose. Il programma prevede di recensire tre aziende agricole al giorno. Un ritmo decisamente incalzante che, anche se intramezzato da piacevoli pranzi in compagnia di leccornie piemontesi, richiede una certa esperienza sul campo. Esperienza, ma anche resistenza. Le visite in azienda infatti includono, se il tempo lo permette, un’approfondita ed esauriente gita tra le vigne, seguita da un altrettanto interessante ispezione della cantina, resa ancora più appassionante dall’assaggio dei nuovi vini ancora conservati in botti d’acciaio inox e infine la degustazione tanto attesa finalizzata alla stesura della guida.

Master Vino

Nelle aziende i produttori ci accolgono con (quasi eccessiva) gentilezza e disponibilità. Durante la visita nelle vigne in fiore, si dilungano in descrizioni e dettagli, ma Davide già sa. Con educazione li ascolta e intavola con loro interessanti conversazioni dedicate principalmente, anche se in maniera velata, a noi studenti. Qui sta a ciascuno di noi fare tesoro di questa opportunità, ascoltando con interesse e attenzione qui temi che ci stanno tanto a cuore.

Ecco che finalmente, dopo una lunga camminata nel mezzo delle irte vigne e una veloce rifocillata a suon di vini sfusi, arriva il momento tanto aspettato da tutti: la degustazione. Questo momento è atteso dagli studenti, che hanno ora l’opportunità di assaggiare vini di ottima qualità ascoltando nel mentre le relative storie, e dai produttori, che aspettano questo momento con ansia nella speranza, ma anche nella più forte convinzione, che con il loro duro lavoro anche quest’anno siano stati capaci di dar vita a un vino all’altezza delle aspettative di Slow Wine.

Dopo aver stancato le gambe durante l’ispezione delle vigne e della cantina, ecco che ora ad essere messo a dura prova è lo stomaco. La serietà richiesta da Davide implica di degustare i vini con sobrietà e serietà, senza lasciarsi ammaliare dall’incredibile numero di bottiglie che vengono orgogliosamente stappate davanti ai nostri occhi increduli. Conditio sine qua non per sopravvivere a questa giornata è assaggiare senza bere, introdurre il prezioso liquido in bocca, assaporarlo con attenzione godendo del suo buon sapore e dei suoi profumi, ma sul più bello restituirlo al mittente tramite la sputacchiera accuratamente posta al centro del tavolo. Pratica non molto signorile né elegante ma sicuramente indispensabile per mantenere la capacità di tornare a casa camminando sulle proprie gambe, più allegri certo, ma sempre macchina-muniti

Giunta la fine di questa divertente e interessante giornata trascorsa tra vigne in fiore e fiumi di ottimo vino, arriva il momento di rincasare.

Vissuta questa esperienza ammetto di provare una certa gratitudine nei confronti del neo-nato Master in Cultura del Vino Italiano. La sua recente istituzione ha portato l’università ancora più concretamente a contatto con quel mondo, per alcuni di noi ancora tutto da scoprire, quale è quello della viticoltura. Ha dato modo a tutti gli studenti, anche ai più inesperti, di godere di quel mondo intrigante e complesso quale è quello del vino. Questa esperienza può rappresentare, per i più appassionati, un’occasione per entrare in contatto con quel mondo che li affascina e per riuscire un giorno a saperne quanto il loro mentore e chissà, magari, entrare a far parte con lui del magico mondo di Slow Wine.

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