Api, ragnetti, uccelli, erba, funghi…Più avanti degli asini e improvvisamente un cinghiale enorme che dalla vigna se ne torna nei boschi che la circonda. Sono tutti presenti per il ballo autunnale di San Martino. Un vero banchetto per questa fauna che prima del letargo invernale si diletta dei grappoli rimasti sulle viti, perché non ancora maturi nei tempi vendemmiali appena passati. L’anfiteatro delle vigne della Bernardina straripa di vita. Siamo nelle Langhe, in una delle vigne dell’azienda Ceretto che ha deciso di seguire e rispettare i cicli naturali attraverso una conduzione biodinamica del vigneto.
Perché siamo qui? Perché Ceretto è un partner del Master in Cultura del Vino Italiano. E in vigna, da Alessandro, ci andiamo sempre, studenti e professori. Il giovane e superattivo Alessandro Ceretto conduce l’azienda dal 2000 ed è lui che ha avuto la lucidità di convertire una superficie di 160 ettari in una viticoltura sostenibile. Se l’obiettivo iniziale era quello di mantenere il livello qualitativo dei vini, oggi Alessandro non ha dubbi: “il traguardo è stato raggiunto se non superato, in quanto i vini che produco oggi risaltano molto di più le peculiarità territoriali.” Questo parco naturale è in realtà una delle tante “aule” nelle quali si svolgono le attività del Master: una formazione pluridisciplinare ma che lega gli insegnamenti anche all’experientia e alla pratica attiva. È questo che ha motivato Alessandro: “Mi interessava sostenere un approccio che considero più idoneo alla preparazione degli studenti, con un corso universitario che non si basi solo sulla teoria ma che si arricchisca di esperienze pratiche.”
In questa aula verde – in questo periodo autunnale, a dire il vero anche gialla, rossa e marrone – gli studenti si recano per osservare la stagionalità nel vigneto e il ciclo della vite: dalla potatura, al risveglio delle piante, la fioritura, la maturazione dei grappoli, i vari lavori pre-vendemmiali per giungere alla vendemmia stessa. Insieme ai docenti della Scuola di Marco Simonit, gli studenti vengono qui per eseguire esercizi pratici di potatura. Più avanti si torna ancora in quest’auditorium all’aperto per partecipare ai lavori che richiede la conduzione biodinamica. L’azienda accoglie poi stagisti da tutto il mondo – chissà se prenderà uno studente del nostro Master quest’anno?! – permettendo loro di vivere “un esperienza di totale responsabilità”. È proprio in questo senso che il Master vuole creare una breccia nel mondo enologico: una formazione teorica e pratica che abbraccia l’intero settore del vino. Come dice Ceretto: “Finalmente le aziende vitivinicole avranno persone che possono parlare di vino avendo avuto esperienze reali anche in vigna e in cantina.”
Il vino non è solo un oggetto che si annusa e si degusta, è un protagonista attivo che coinvolge olisticamente le realtà. Il vino è terra, ecologia, politica ed economia, storia e diritto, arte e sensibilità, responsabilità e piacere. Il vino è un racconto e va raccontato tutto: questo è la sfida di questo Master, questa è l’opportunità che cerchiamo di dare alla figura del wine-teller.