“Vivendo in eterno mangiando solo dinosauri”, questo è il titolo della conferenza, tenutasi nell’Aula Magna dell’Università di Scienze Gastronomiche lo scorso 7 ottobre 2018, della quale è stato protagonista Jacopo Fo.
Proprio con questa frase così ironica, il noto autore ha voluto focalizzare il proprio discorso su un tema assai dibattuto: le diete.
Come dovrebbe essere la nostra dieta giornaliera? Alcuni ritengono che essa dovrebbe essere basata sul consumo di cereali, altri giudicano essenziale la consumazione di frutta e verdura cruda, altri ancora sostengono necessario includere gli insetti nei nostri pasti giornalieri.
Secondo Fo tali ipotesi, benché degne di essere prese in considerazione, sono sbagliate. Jacopo Fo ha infatti fortemente ribadito il fatto che non esista una dieta perfetta, ma ognuno deve mangiare ciò che si “sente” di mangiare, ciò che più preferisce. Tale è la filosofia che caratterizza il ristorante della “Libera Università di Alcatraz”, centro culturale creato in Umbria da Jacopo insieme al padre Dario Fo.
Il ricco buffet, ogni giorno nuovo e vario, permette infatti al cliente di scegliere, con l’ausilio dei propri occhi e del proprio naso, ciò che lo aggrada maggiormente in quel momento. La decisione di proporre un buffet piuttosto che un menù alla carta ha avuto, con grande soddisfazione di Jacopo, dei risvolti positivi: la possibilità di ridurre il numero di camerieri, un minor consumo di carne da parte dei clienti e si è riusciti a evitare l’estenuante attesa che spesso caratterizza il servizio nei ristoranti, la quale spesso compromette negativamente l’esperienza culinaria.
Un altro tema, affrontato approfonditamente dal relatore, è stato l’importanza della semplicità dei piatti e il recupero della ricca e inimitabile tradizione italiana.
Da quasi venti anni Jacopo insieme ad Angela Labellarte, capo cuoca del “Ristorante di Alcatraz”, hanno come obbiettivo quello di stupire i clienti con piatti semplici, i quali richiamino la tradizione culinaria del nostro paese e siano creati con pochi ingredienti biologici e di qualità.
Secondo Fo, cuochi e ristoratori, per colpire positivamente i propri clienti, esaltano sempre più l’apparenza estetica del piatto, la complessità e numerosa quantità di ingredienti presenti in esso, la quale va spesso a discapito del gusto e rende le persone incapaci di distinguere i differenti sapori che caratterizzano il piatto. La sperimentazione e l’innovazione, ovviamente importanti, non devono però mai essere estreme, ma sempre accompagnate da semplicità, umiltà e rispetto per la tradizione culinaria italiana, la quale deve essere conosciuta e preservata. La conferenza è terminata con un acceso dibattito con gli studenti, il quale ha dato vita a un momento di incontro e di confronto di grande importanza educativa.
di Chiara Corona, studentessa Unisg